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Girone A: Fregene-Viterbese Castrense 3-1

Il recupero dell’Aristide Paglialunga

FREGENE-VITERBESE CASTRENSE 3-1

Fregene: Romano 7,5, Zappellini 7 (89′ Giustini s.v.), Tafi 6,5, Sebastiani 7,5, Perelli 7,5, Tartaglione 7, Nanni 8, Laurato 8, Ascenzi 7 (85′ Di Ianni s.v.), Luciani 6,5, Agostino 7,5. A disp. Azzara, De Lio, D’Adamo, Fiorini, Paparella. All. Vigna 7,5.
Viterbese Castrense: Boccolini 5, Kacka 3, Fé 4, Faenzi 4,5, Dalmazzi 4 (70′ Ghezzi 5,5), Marini 4,5, Gubinelli 4,5, Giannone 4,5, Vegnaduzzo 3 (65′ Pacenza 4), Cerone 3 (56′ Polani 3), Pero Nullo 5,5. A disp. Cima, Cirina, Ravona, Giurato. All. Gregori 6.
Arbitro: Sig. Civico di Vasto (7). Assistenti Arbitrali: Sigg. Scopa (7,5) e Milazzo (6,5) di Frosinone.
Reti: 51′ Ascenzi, 54′ Nanni, 63′ Agostini, 91′ Pero Nullo.
Note: ammoniti Vegnaduzzo, Dalmazzi, Sebastiani, Ascenzi. 200 spettatori a ingresso gratuito.

Dal nostro inviato all’Aristide Paglialunga di Fregene (Fiumicino, Roma)

Il Fregene batte 3-1 la Viterbese Castrense che ora dovrà rincorrere il Rieti, primo con un punto di vantaggio, da domenica all’ora di pranzo, dopo il blitz dell’Enrico Galli (2-1 sul Cerveteri). La formazione gialloblu ha mostrato tre facce, una apprezzabile, vedi l’intensità della prima buona frazione, quando ha spinto per una buona mezz’ora costringendo la formazione di Vigna alla difensiva, e di brutto; le altre due assolutamente irritanti. Giocatori che hanno la capacità di concentrarsi, la volontà e la scarsa consistenza di attributi, cose degne di tutta la delusione dei sostenitori intervenuti, anche oggi, in una giornata lavorativa, per sospingere i loro beniamini alla riconquista della vetta del girone A. Il Rieti, commosso, ringrazia, per una seconda frazione così distratta, disattenta, accompagnata dalla clamorosa assenza di una reazione palpabile, da grande squadra; che dovrebbe, nei piani del club camilliano, arrivare prima, in fondo al rettilineo, in questa volata a due da noi ipotizzata in estate, e certificata dalle precedenti giornate del corrente, tumultuoso campionato.
L’idea che lascia la seconda parte della gara di Fregene è che neanche fosse il miglior Batman, l’allenatore di questa compagine, risolverebbe un problema di scarso nerbo, latente grinta, sbiadita fame, di sfere da mostrare caratterialmente: il buon Gregori aveva disegnato un 4-3-3 iniziale capace di mostrare almeno 30, forse 35 minuti di buon livello con la rifinitura e la precisione unici difetti di chi ha preso di punta la sfida al pericolante Fregene. E invece quanto hanno mostrato al rientro dagli spogliatoi si guadagna equamente il risentimento di una società che non merita di essere “offesa” da prestazioni così indecenti, indecorose, prive di “palle” e di una risposta degna di una città affamata di ambizione, di calcio. La Castrense Viterbese ha provato a portare un’idea di football capace di rappresentare tutta la provincia di Viterbo, e non sono bastati due sacrifici di Solimina, col primo sbagliato, ma anche quello di Pirozzi, per maturare, dai giocatori, una responsabilizzazione da leggersi nei fatti. Se non altro per dimostrare che non si tratta, come è stato per il Palestrina di diversi anni fa, di una squadra fatta con le figurine dell’album di serie A. Al momento è una ciurma di tanti solisti incapaci di meritare il trattamento coi guanti ricevuto dalla dinastita imprenditoriale grottana, deputati, così, a rappresentare un mediocre pensiero: non capire la fortuna loro capitata.
La cronaca – In apertura Perelli e Laurato inaugurano la saga del brivido dimostrando eccessiva sicurezza nell’area di rigore: per poco il 5 fregenese non fa la frittata, sulla pressione avversaria. Sul ribaltamento di fronte Nanni si produce in un efficace scatto, fruendo di un rimpallo che lo porta davanti al portiere, finché Marini non lo chiude all’attimo della battuta a rete. Al 7′ corner dalla sinistra di Giannone, sponda di Marini di testa e, sempre di testa, si alza Faenzi, che manda il pallone sul fondo. Al 10′ una punizione di Luciani assume il significato di un segnale, diventando una saponetta, tra le mani di Boccolini, che per poco la rete non se la fa solo, poi para in due tempi. Al 10′ combinazione Faenzi-Ceroni con tiro al volo del primo che impatta debolmente: facile parata. All’11’ è Romano, a parare alla seconda opposizione, dopo che un tiro dai 18 metri provato da Vegnaduzzo era arrivato forte ma centrale.
Il ritmo è elevato e il Fregene evita, almeno nei minuti iniziali, un arroccamento netto, anche se la compattezza tra il reparto mediano e la difesa è un buon viatico per evitare il perdurare dell’assalto della corazzata viterbese. Al 13′ bella geometria Fé-Cerone per il gran tiro al volo di Faenzi che finisce alto. Ora insiste, la squadra di Gregori, che sfiora il vantaggio al 16′: calcio d’angolo di Giannone che incoraggia allo stacco Dalmazzi, il quale, da distanza ravvicinatissima, manda la palla di un niente, rispetto al palo di sinistra.
Al 18′ il Fregene rifiata con un calcio piazzato di Luciani, mal battezzato da un sorpreso Boccolini, che alza la palla in corner protendendo verticalmente le mani. Al 20′ una delle rare cose fatte in modo plausibile dagli ospiti: discesa sulla sinistra di Pero Nullo per 40 metri, palla al piede: nessuno aiuta Zappellini, fino all’area piccola, dove Perelli innesca una curiosa carambola, che aiuta Romano a fare suo il pallone. Dall’altra parte del campo imita l’11 di Viterbo Laurato, oggi impiegato da centromediano, ruolo non suo: grande discesa sulla sinistra, fuga sul fondo, a questo punto orizzontale, fermata a pochi passi dalla porta da Marini, impegnato a evitare guai peggiori!
Al 23’cross di Gubinelli corretto da Tartaglione che costringe al gran balzo Romano, bravo a deviare sul palo sinistro il prezioso oggetto del desiderio, che poi finisce fuori. Al 26′ Kacka-Gubellini che al volo è impreciso.
Il Fregene è uscito da 33 minuti discretamente complicati, per l’intensità data alla gara dalla seconda forza del torneo: al 34′ punizione dal limite di Luciani che termina alta di poco. Al 40′ palla lavorata da Gubinelli dalla destra verso il centro, e da Vegnaduzzo dal centro verso la sinistra; tutto per lo scattante Kacka, che serve Cerone, bravo a entrare di testa, ma la palla va alta. Al 41′ gran replica mancina dai 17 metri provata da Laurato, col pallone che finisce di un metro e mezzo rispetto al palo sinistro della porta di Boccolini. Al riposo è 0-0.
In tribuna serpeggia l’idea che la gara termini così, ma è un fugace pensiero, nella soleggiata giornata tirrenica. Perché dall’entrata in campo ai primi dieci minuti accade di tutto. L’inizio della Viterbese Castrense mostra del piglio, ma è Sebastiani (5′) a concludere per primo e a calciare alto. Al 6′ Ascenzi verticalizza per…Ascenzi, saltando in verticale mediano e difensore centrale, prima di battere Boccolini, per l’1-0. Che dovrebbe suonare come un segno utile a reagire, per chi dovrebbe riprendersi il primo posto. Ma non passano neanche 180″ che al 9′ arriva il diretto al mento, che manda knock-out la Viterbese, addormentata, con il Fregene che continua a fare la partita: lancio di Perelli dalla destra, stop a seguire di petto del bravo Nanni, che controlla una seconda volta di piede, verso la porta avversaria, centrata con un tocco di giustezza capace di superare il numero 1 gialloblu. E’ il 2-0 che assume la solida sembianza di una giornataccia, e la cosa viene confermata, nei successivi minuti, da altre due situazioni offensive messe in piedi dai ragazzi di Vigna, arginati a fatica.
Al 13′ punizione di Giannone, Vegnaduzzo manda alto, di testa. Al 17′ Vegnaduzzo serve Gubinelli che arriva in area da solo davanti al portiere, bravissimo, in spaccata, a respingere col piede destro. Sul contropiede che ne scaturisce arriva la rete che chiude la partita: Agostini-Sebastiani-Laurato con il primo che segue l’azione, essendo scattato inizialmente sulla sinistra. Quando la palla gli ritorna, l’ex attaccante del Montecelio si accentra e, con una soluzione rasoterra mancina, trova l’angolo alla sinistra di Boccolini, questa volta bruciato, da cotante precisione e forza. Un gioiello, questa realizzazione. 3-0.
Al 21′ l’arbitro Civico non ammonisce, nella medesima circostanza, Kacka e Gubinelli, per due contemporanee rudezze commesse su Agostino. Al 24′ la conferma che, per il collettivo di Gregori, la giornata sia infausta: Pero Nullo serve un buon assist per Gubinelli che, con un colpo di testa in corsa, manda il pallone a sbattere sul palo destro, sulla parte interna, con la sfera che torna tra le braccia del portiere, ancora attardato nei pressi del montante più lontano, quello destro.
Al 27′ uno dei due episodi che hanno penalizzato la Viterbese, oltre i suoi profondi demeriti: Laurato entra su Pacenza e sarebbe calcio di rigore. L’assistente Milazzo dorme e pure il suo primo ufficiale, l’arbitro Civico. Al 34′ il Fregene dimostra ancora tanta voglia di stupire i presenti e mezza regione: gran discesa di Agostini sulla sinistra, parzialmente stoppato da Boccolini. Marini salva in spaccata nei pressi della linea bianca di porta, quello che sarebbe stato un assurdo cappotto.
Al 36′ Giannone imbecca in profondità Pacenza che produce un pallonetto morbido capace di sfiorare la traversa. Dall’altra parte gran punizione di Luciani e risposta importante di Boccolini, che devia in angolo con un gran balzo. Al 45′ Pacenza spedisce Polani in area, dove viene sbattuto per terra, ed è il secondo calcio di rigore non concesso alla Viterbese Castrense. Dormono sempre in due, arbitro e assistente: un paio di occasioni perse, soprattutto per l’abruzzese Vasto che aveva iniziato il suo pomeriggio andando con incredibile “sicumera” faccia a faccia coi giocatori, per dimostrare non si sa cosa, con precisione. Sindrome da presenza degli osservatori, derivante dal televisivo calcio dei piani di sopra, evidentemente.
Al 46′ con un tiro a girare di collo interno destro, Pero Nullo segna la rete ospite, che non calma di certo la fortissima delusione di società, tifosi, tecnico. Una squadra che ha fiutato la possibilità di compiere l’impresa ha battuto chi, oggi, ha scordato, con evitabile modestia negli atteggiamenti e assoluta povertà di fame, quanto accaduto solo tre domeniche fa. Quando il film è stato lo stesso, perdendo 5-1 nella tana del Grifone Monteverde, per poi vincere, e solo al 73′, gol di Pero Nullo, di misura, con il Ladispoli. E Attilio Gregori non c’era. Il problema è dentro la squadra, dentro lo spogliatoio, nel pensare di correre da soli di tanti, troppi giocatori. Ai quali poniamo un quesito, che li accomuna a quelli della Lupa Roma, in Serie D. Siete sicuri che questa stagione stia diventando un ottimo spot, per chi non sa dimostrare tutta la gratitudine per il “tesoretto” ricevuto individualmente? E per chi non sa mettere in campo, coi fatti, l’assoluta voglia di vincere, in vista della prossima stagione? A quel punto dovranno fare una cosa un po’ complicata, quei giocatori trattati “troppo” bene, dal calcio dilettantistico. Andare a lavorare. Domenica e oggi è un pensiero che ha riaccompagnato a casa parecchi, tra la Serie D e l’Eccellenza…

Massimiliano Cannalire

Nella fotografia di Valerio Caprino, Ascenzi (fuori quadro) ha appena superato Boccolini in uscita. E’ il 6° della ripresa: iniziano qui, i problemi della Viterbese Castrense. Finirà 3-1.