Nerino Tabanelli: “Orgogliosi dei ragazzi
del tecnico, della gente di Artena!”
Da uno dei nostri inviati all’8 Settembre di Frascati
Una finale persa ai tiri di rigore, come li definisce il regolamento del giuoco del calcio, non sposta la capacità d’analisi di un attento analista e valevole dirigente del calibro di Nerino Tabanelli. Invidiabile, per capacità di valutazione delle cose proprie e altrui.
Che pensieri ti ha lasciato, questa partita?
“L’amaro in bocca, per come è finito il risultato, perché non sei uscito sconfitto nei tempi regolamentari e nei supplementari. I ragazzi dell’Albalonga ci davano 20 chilogrammi di differenza per ogni giocatore tranne uno: una squadra muscolare. Poi Monteforte, Trinca e Scacchetti sono entrati dopo ma rappresentano un patrimonio, partendo dalla panchina”.
La partita.
“Noi nei primi minuti abbiamo peccato nell’organizzione di gioco, per l’emozione, per l’approccio alla gara, e due volte ci hanno sorpresi sulle fasce, e in una di queste è nato l’episodio del calcio di rigore. Poi abbiamo macinato gioco, dopo le difficoltà iniziali. Nel 2° tempo siamo stati nettamente superiori, e poi ci è andata bene che abbiamo pareggiato con Valerio Proietti tra il 90° e il 91°. Anche lì, ai rigori, se realizzi il primo, le sorti vanno raccontate in modo diverso. La nostra è una squadra molto giovane: i nostri vecchi, tolto Padovani, sono del 1988, del 1990 e del 1991, i più grandi”.
Nonostante ciò, alla vigilia non si pensava a tutto questo equilibrio…
Tabanelli: “Sapevamo di avere una buona organizzazione e che loro fossero più forti di noi. Però nella partita secca i ragazzi si sono mostrati molto uniti, tra di loro. Granieri l’ha preparata benissimo, nei minimi particolari. C’è mancato qualcosina con l’assenza di Prati, sulla mediana e in difesa, poi dopo la gara nel secondo tempo è stata gestita in modo magistrale da tecnico e atleti”.
Sul piano generale avete raccolto applausi da ogni dove. O no?
“Sì, ho visto tanti attestati di stima, senza piaggeria, disinteressati: hanno detto “avete giocato un ottimo calcio”. Se avessimo avuto noi uno dei 3 partiti dalla loro panchina, avremmo chiuso la partita senza arrivare ai supplementari. Noi oggi giocavamo con un 1996, Mazzoni, e nel secondo tempo un 1997, Botti. Monaco di Monaco è un ottimo attaccante però nasce seconda punta. Noi di solito abbiamo Daniele Cianni prima punta, ma è assente da 4 mesi. E Proietti ha fatto un gol straordinario: potevamo, forse, osare un po’ di più. Magari inserendolo prima. Però in un campo molto grande come quello di oggi, in cui non pensavamo di impostare e dominare come è capitato nel II tempo, uno come lui avrebbe dato loro molto di più da fare. Non avevamo l’uomo di peso che facesse salire anche i centrocampisti e le seconde linee”.
La Vis Artena ha storicamente sempre faticato, per arrivare a una dimensione migliore: è stato così dalla 1° Categoria per arrivare in Promozione. E’ successo anche per salire in Eccellenza. Oggi è stato il vostro punto societario più importante…
“Sì perché abbiamo raggiunto la finale che è un evento storico, per noi. Negli ultimi quattro anni abbiamo raggiunto un po’ tutti quei record mai raggiunti. Al primo anno con Fabrizio Centra siamo arrivati terzi, con Ciardi quarti. Quest’anno con la Coppa eravamo usciti sempre ai primi turni: quest’anno, dopo diverse situazioni sfortunatissime, siamo arrivati a giocarci una finale ai rigori. E, cosa fondamentale, in campo avevamo 4 ragazzi di Artena come paese: Giovanni Innocenti, Valerio Proietti, ein panchina Benedetto Pomponi e Gianluca Coculo. Domenica scorsa avevano giocato tutti e 4 più altri di Valmontone, che è a 3 km., e 2 di Lariano, Prati e Romaggioli. Il 70 per cento è composta da ragazzi che vengono al massimo da 10 km. intorno a noi, e anche questo è un motivo di orgoglio. Ed ecco perché facciamo 300 anche 400 persone sugli spalti, a ogni gara casalinga”.
Oggi, per chiudere, ha fatto un freddo bestia.
“Tanto. Il freddo di oggi con la tribuna tutta al buio che resta in ombra e porta un vento glaciale, ci ha fatto stare veramente male. Infatti noi tutti abbiamo patito le pene dell’inferno, dal punto di vista della temperatura. Del gioco e di quello che abbiamo dimostrato no, davvero!”.
Massimiliano Cannalire