L’intervista al presidente della capolista
“Se non vogliono il Colleferro dicano
perché e non spendiamo tutti quei soldi!”
Il presidente rossonero si dimette: “E’ un mondo sporco: non ritiro la squadra solo per non danneggiare il nuovo presidente…”
Americo Talone è un fiume in piena. L’immagine del calcio di rigore, immortalata dalla bravura e dalla puntualità dei colleghi fotoreporter dello Studio Reflex, che ringraziamo, sta facendo il giro del web: un calcio di rigore grosso come una casa, in una giornata infelicissima per il quotato Campobasso di Formia. Che ieri, fuor metafora, ne ha combinate di tutti i colori, durante la partita della capolista contro il Nettuno, finita 0-0 e che ha visto l’annullamento di una rete a Morelli apparsa regolare.
Il presidente rossonero tuona: “Controlla se ci hanno mai dato un rigore! Oggi pomeriggio ho organizzato una riunione e mi dimetto da presidente. Mi sono stufato”. Poi va giù diretto, come un treno: “Non ho mai temuto la Nuova Itri e non ho temuto la Serpentara ma se l’Albalonga è la favorita, che non ci facciano spendere tutti questi soldi. Un rigore dubbio e uno enorme, il gol di Morelli che era una rete regolare, e i presenti anche di fede neutra e avversaria l’hanno vista, e bene. Un campionato in cui si si vedono gli arbitri che dirigono le partite cambiando in corsa il metro di giudizio, e che devono darti lo 0-0, e in questa maniera devi essere punito. A Itri una partita perfetta fino al 55’ finché non abbiamo fatto gol, poi 6 cartellini gialli inesistenti, poi l’allenatore che ha detto a un giocatore “batti tu la palla”, in occasione di una rimessa laterale, è stato allontanato. Contro il Nettuno, tra gente infortunata, colpita fisicamente, abbiamo giocato senza 5 giocatori, comprendendo i diffidati sanzionati nel confronto diretto”.
Non usa mezzi termini ed è realmente furibondo, il numero uno del Colleferro: “Questo calcio è malato. Il calcio laziale è malato. Lotito ha ragione! E’ ora di finirla. Sto avvelenato. Se la mia squadra perde per demeriti, nessuno si mette in testa di fare storie. Ma nel derby con l’Artena io ho la squadra che attacca e l’arbitro da Ercolano pensava a punire i miei calciatori. Ieri falli di una cattiveria unica. Non voglio nessun regalo ma la città di Colleferro ha speso quattrini, per gli impianti sportivi, i presidenti li spendono per comporre e costruire una squadra competitiva”.
Poi alza la mira: “Una federazione malata, che sia quella nazionale, che sia quella dilettantistica, che sia quella degli arbitri, non è mio compito saperlo. Stanno rovinando uno sport! Non ho tante altre cose da dire. So solo che io oggi non vado al lavoro perché ci sto male. C’è stato un fallo da ultimo uomo su Neri (vedi l’immagine della Foto Reflex), che supera il portiere: è un rigore nettissimo e tu non mi concedi un rigore di quel genere. Non voglio favori ma quelli veri li pretendo. Morelli va in gol e tu mi annulli il gol? Ho inviato pure dei messaggi durante la partita, a qualcuno, per quanto ero incazzato. Sto andando avanti con le mie forze come mio padre e i miei nonni mi hanno insegnato!”.
Poi tira fuori una sua conclusione sotto forma di domanda: “Non è ben visto, il Colleferro? Ci dicano il perché. Non voglio nella maniera assoluta essere sbeffeggiato. Vado personalmente in federazione, a rassegnare le dimissioni: mi sono stufato e non ce la faccio più!”.
Poi ritorna con la mente a quanto accaduto nel turno precedente, in casa della ex prima della classe: “Il recupero a Itri: all’attimo dell’incidente tra due giocatori mancavano 2 minuti più 4 di sospensione. Sono stati recuperati 13 minuti: la partita è durata oltre 100 minuti!”.
Quindi fa un atto di difesa del Colleferro Calcio e diverse accuse: “Non voglio regali di nessuno ma non mi devono boicottare una squadra. Quello che ha arbitrato ad Artena era di Ercolano, ed era la prima domenica, che arbitrava in Eccellenza: un incompetente, un incapace e un cacasotto. Pure contro l’Albalonga, nonostante abbiamo vinto, l’arbitro ha fatto i danni e lo avete scritto in diversi, tra voi”.
Sul dopo-partita burrascoso afferma: “Se tutto quello che Angelucci ha detto ieri lo scrivono gli danno un anno di squalifica. Siamo stufi di arbitri corrotti!”, tuona. “Ieri il pubblico mi ha detto, a un certo punto: president,e non comprare i giocatori compra i “peggio” arbitri. Non spendo soldi guadagnati con i sacrifici per queste cose e mi devo pure sentire dire cose del genere. Puoi scrivere tutto, se vuoi lo firmo. Ma è ora di farla finita. DEVE VINCERE IL MIGLIORE. Vanno premiati, i migliori, quelli che si impegnano, che danno il massimo. Non si possono premiare quelli che tirano fuori i quattrini ma nelle sedi sbagliate”.
Sulla stagione Talone dice: “Abbiamo vinto senza avere calci di rigore. In qualsiasi sede abbiamo bussato con le mani. Che astio è, questo, contro il Colleferro? Non ritiro la squadra perché non voglio danneggiare il prossimo presidente”.
Dopo lo sfogo il presidente casilino sembra per un momento calmarsi, al telefono: “Gestire una squadra a questi livelli ha dei costi. Non voglio essere compensato perché spendo dei quattrini ma non si può pensare di punire una società sana, seria, decorosa, che crede nello Sport: non voglio che mi venga rubato ciò che abbiamo meritato sul campo. Ieri l’arbitro Campobasso ha fatto degli errori madornali, visti dal commissario di campo, che tanto non ha nessuna valenza e sono solo quattrini spesi per farli girare sui campi. Se l’arbitro ha le palle per scrivere tutto quello che il mio direttore sportivo gli ha detto, dichiarando la verità, il mio d.s. merita di stare fermo per 12 mesi. Ma Campobasso deve essere fermato almeno per 10”.
Sulla partita contro il Nettuno e su altre in cui il Colleferro ha subìto evidenti torti Talone commenta così: “Quanto è stata falsata ieri? Tanto, al punto che è stata una partita comica, gestita da un incapace. E le foto e i filmati parlano chiaro. Se andate a vedere i precedenti filmati comprendete che non ci lamentiamo a vanvera”.
Chiude amaramente: “Mi congratulerò con la squadra e abbandonerò questo schifoso mondo del calcio, gestito da pochi, di fronte ai sacrifici della stragrande maggioranza: ai posteri l’ardua sentenza”.
Un’ultima considerazione: “Puoi scrivere tutto perché di tutto ciò che ti ho detto non rinnego una virgola”. Amen.
Massimiliano Cannalire
Di seguito la sequenza della rete annullata. Si ringrazia Studio Reflex per il materiale fornito