Meno di tre mesi fa Carlo Ancelotti era diventato campione del mondo con il suo Real Madrid vincendo la ventesima partita consecutiva sulla panchina della squadra più titolata di Spagna e conquistando il quarto titolo in un anno dopo Coppa del Re, Champions e Supercoppa Europa. Il 10 marzo, su Twitter spopola l’hashtag #Ancelottiveteya, accompagnato da #Ancelottidimision. Un invito immediato a salutare il Real dopo la sconfitta contro lo Schalke, deludente e sorprendente ma in realtà indolore perché non ha pregiudicato la qualificazione ai quarti: “Ancelotti vattene subito”.
Cosa sarà mai successo in ottanta giorni per far dimenticare così in fretta al popolo blanco i trofei conquistati da Ancelotti? Sul piano dei risultati, ovviamente, la squadra non si è ripetuta, è stata eliminata dall’Atletico Madrid in Coppa del Re e ha subito il sorpasso in Liga dal Barcellona. Sul piano del gioco, complici anche gli infortuni di Modric (in realtà assente anche durante la striscia positiva) e James Rodriguez, la squadra ha subìto una palese involuzione. Ed è questa la cosa più grave per i tifosi del Real Madrid. Così, dopo il k.o. con lo Schalke, sono partiti i fischi, che in realtà si erano già sentiti durante la partita, soprattutto verso Bale. Quei fischi che hanno fatto infuriare Ronaldo.
La critica contesta al tecnico emiliano la “mano floca” e l’insistenza sul 4-3-3. Quanto alla prima, ha risposto il tecnico e con lui le parole di tanti giocatori che lo hanno avuto: Carletto non urla mai, ma così ha vinto 3 Champions e molto altro. Quanto al modulo, sembra quasi un paradosso: la stampa di Madrid chiede il 4-4-2, proprio a lui che, da fanatico del 4-4-2, quando era un allenatore in rampa di lancio a Parma, rinunciò al talento di Zola. Ora, invece Ancelotti non intende rinunciare a Bale, né confinarlo semplicemente sulla fascia, anche se il gallese non è al top della condizione. Al pubblico, più che il modulo, interessa lo spettacolo. E quello è mancato negli ultimi due mesi. E se fino a dicembre c’è stato, poco importa. A Madrid hanno meno pazienza che in Italia.