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SONIA PESSOTTO SU BELLOLI: “IO LA FRASE L’HO SENTITA!”

SONIA PESSOTTO SULL’USCITA DI BELLOLI

“LA FRASE IO L’HO SENTITA”

Oggi il Consiglio Federale ha sfiduciato all’unanimità il presidente

della Lega Nazionale Dilettanti, Felice Belloli. Senza sconti, per una volta

L’intervista di Radio Cusano Campus 89.1 FM di domenica scorsa

Riportiamo l’intervista che Radio Cusano Campus ha fatto a Sonia Pessotto domenica scorsa, proprio nel bel mezzo del caos scoppiato per la frase pronunciata dal presidente Belloli, oggi sfiduciato, all’unanimità, da tutto il Consiglio Federale, cosa, a memoria d’uomo, mai accaduta, con tanta determinazione plebiscitaria.

Max Cannalire, dallo studio centrale, ha introdotto così la delicata vicenda della frase sulle “quattro lesbiche”: “Pessotto ha sentito bene quella frase? Perché è stata una frase capace di farvi saltare su dalla sedia”.

“Dico solo quello che ho dichiarato fino ad adesso: io l’ho sentita e quindi sono rimasta un momento interdetta, senza parole; e come me anche gli altri consiglieri che l’hanno sentita”.

Cannalire: “C’è una corsa classica del mondo della politica a smentire tutto, da parte del presidente Belloli. Che ha dichiarato di non averla detta… Qualcuno ha redatto un verbale e in diversi suppongo che l’abbiano firmato”.

Pessotto: “E’ stato firmato, sicuramente, alcuni tratti sono stati pubblicati sui giornali. Quello che ho detto è ciò che è a verbale. Non aggiungo altro perché c’è un’inchiesta federale quindi non vorrei aggiungere altre cose importanti che potrebbero essere oggetto di indagine. Quello che dispiace è che si parla del calcio femminile solo per frasi dette fuori dalle righe e disdicevoli. Invece non se ne parla per i valori anche tecnici che sa esprimere”.

Max: “Ammesso e non concesso, che una persona, nella vita, possa avere un orientamento sessuale proprio, cosa cambia?”.

Pessotto: “No, infatti: una volta c’erano le donne che erano sante o prostitute. Adesso o sono prostitute o gay. Non mi sembra che abbiamo fatto passi avanti, anzi ne abbiamo fatti indietro. Non penso tanto alle calciatrici grandi d’età che sono in grado di difendersi da sole, ma a quelle piccole, minorenni, alle loro famiglie. Che fanno parte del nostro mondo, e sentire una frase del genere non le aiuta davvero. Pensi che un genitore, proprio oggi, mi ha mandato una parte di una tesina che la figlia ha fatto per l’esame della 3° media e che questo compito lo intende portare all’esame sulla storia del calcio femminile. Una soddisfazione, no?!”.

Cannalire: “Senza dimenticare alcuni riconoscimenti anche in sede estera…”.

Pessotto: “Non si ricorda mai abbastanza il risultato del 3° posto mondiale ottenuto con l’Under 17. Poi anche sulla mancanza di soldi mi permetto di dire che il 12 maggio in un articolo legato alla Lega Pro il vice-presidente dichiara che quanto alla distribuzione di fondi della Legge Melandri verranno stabiliti dei parametri. Non conosco a fondo la Legge Melandri ma per quanto ne so dovrebbe distribuire i fondi agli sport disagiati e spero che non vadano alla Lega Pro ma alla Lega Dilettanti. E mi domando quale fine abbiano fatto i fondi e della Legge Melandri, e quelli provenienti dall’UEFA. Lo abbiamo chiesto un sacco di volte a Belloli e nessuno ci ha mai dato una risposta ufficiale, mai delle cifre!”.

La Pessotto spera in un futuro migliore: “Se poi pensiamo che per alcuni sport individuali ci sono degli aiuti di Stato: ho letto una dichiarazione della Vezzali, lei come altre vincitrici di medaglie, sono tutelate perché sono nelle Forze Armate. Adesso non è che si pretenda una cosa del genere per il calcio femminile ma un minimo di aiuto e considerazione sì”.

Cannalire: “Perché non istituiamo una lega professionista nel Calcio Femminile. Sarebbe il primo riconoscimento, no?”.

Pessotto: “Questa è una strada che bisognerebbe percorrere, effettivamente. Molti presidenti di club la pensano in questo modo. Parecchi anni fa il calcio femminile aveva una federazione autonoma, non riconosciuta dal CONI, che vivacchiava. Quando fu accolta nella famiglia FIGC avvenne con un po’ di scetticismo. Poi ottenne forte autonomia non impiegata bene da chi era ai vertici allora; e fu per questo che Tavecchio avocò a sé anche il calcio femminile; i presidenti votarono questo passaggio sperando in un aiuto maggiore, ma, con il passare del tempo, questa cosa non ha dato i suoi frutti. Anche se ultimamente la FIGC sta cercando di fare dei passi con la Commissione per lo Sviluppo con la Sensi, messa a capo della commissione; questi finanziamenti, tuttavia, non sono diretti al calcio femminile ma al movimento per una maggiore attenzione verso il calcio femminile. Un po’ poco, mi sembra”.

C.M.