Simone Panichelli, su e giù lungo la fascia del Vi.Va. calcio
Professione difensore, uno degli acquisti estivi del Vi.Va. calcio, Simone Panichelli a diciotto anni ha certamente ben impressionato nelle prime amichevoli di stagione disputate dalla squadra allenata da Gianni Patrizi.
Ambiente nuovo, squadra nuova, vita nuova: quali sono le prime impressioni dopo un mese di preparazione e alla vigilia del campionato?
«Le impressioni sono buonissime, mi trovo in un ambiente tranquillo con un gruppo di ragazzi fantastici. A pochi giorni dall’inizio del campionato abbiamo tutti la consapevolezza che c’è ancora da lavorare, ma ci faremo trovare pronti per la prima contro il Fiumicino».
Perché la scelta di giocare con il Vi.Va. calcio?
«Il Vi.Va è stata la squadra che sin da subito ha mostrato interesse per me, i contatti con il direttore sportivo sono iniziati già a fine maggio. Avevo altre proposte ma ho preferito questo progetto, che è mirato ai giovani, e nel quale posso crescere nel miglior modo possibile».
Che tipo di difensore è Simone Panichelli?
«Sono un terzino destro, ma so adattarmi anche a sinistra. Mi piace spingere sulla fascia e sovrappormi, quello che generalmente è richiesto nel mio ruolo».
Preparazione precampionato, scherzando qualche suo compagno di squadra dice che preferirebbe andare in guerra piuttosto che affrontare i giri del cimitero e le “cure” del preparatore atletico Graziano Minella. Lei… preferisci andare in guerra o gli allenamenti sono “sopportabili”?
«Avevo un ottimo rapporto con Graziano Minella prima che iniziasse la preparazione, ma dopo due allenamenti con lui tutto è finito. Scherzi a parte, gli allenamenti si sopportano perché tutti sappiamo che ce li ritroveremo quando si inizia. Però (e qui ride, ndr) se dovessi sceglere… preferirei andare in guerra!».
Quanto è importante lo spogliatoio?
«Lo spogliatoio è fondamentale in una squadra, se c’è già un gruppo unito come qua nel Vi.Va è più facile integrarsi e vivere la settimana nel miglior modo possibile, aiutandosi e crescendo tutti insieme».
Provi a chiudere gli occhi, quale è stato fino a oggi un momento indimenticabile della sua giovane carriera?
«Un momento ancora vivo nei miei ricordi è quello legato al gol segnato con la Sorianese l’anno scorso nel derby contro la Vigor Acquapendente. E’ stato il primo gol nei “grandi”, ci tenevo molto a quella partita ed è andata nel miglior modo possibile».
Quali sono gli obiettivi che si è prefissato un diciottenne come lei? Non parlo di sogni nel cassetto, ma di traguardi che pensa di poter raggiungere.
«A 18 anni vivo il calcio con mille motivazioni. Devo migliorare, devo ancora crescere, ma punto a fare bene quest’anno per poter risalire».
Si dice che i civitonici abbiano un grosso difetto: quando c’è il carnevale di Civita Castellana si dimenticano di tutti e tutto e cominciano a festeggiare. Vale lo stesso anche per te?
«Non mi dimentico di nulla perché a Civita Castellana sono “solamente” nato. Le assicuro che se c’è qualcosa da festeggiare lo farò insieme alla squadra, senza dimenticare nessuno».