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Il Real Colosseum raggiunge il Lepanto Marino in finale

Nella ripetizione della gara contro il Formia, il Real Colosseum vince 4-0 e raggiunge il Lepanto in finale

REAL COLOSSEUM – FORMIA 4 – 0

REAL COLOSSEUM Ferronetti, Brasiello (18’st Rocchi), Materazzi, De Luca (12’st Montecchiari), Commentucci, Cervini, Bertarelli, Rubino, Pangrazi, Parini (12’st Pennazzi), Mariti panc.:Graziano, Spuntarelli, Scerrati, Babucci All. Centioni

FORMIA Fiorenza, Carginale, Esposito (14’st Scariati), Volpe, D’Amora, Formisano, La Vecchia (12’st Pizza), Carfora, Accrachi, Di Florio (12’st Di Sarno), Di Stefano panch.: Maraolo, Viceconte, Gatto, Zannelli All. Rosolino

ARBITRO Caldera di Como

ASSISTENTI Scopa di Frosinone e Di Giacomo di Tivoli

MARCATORI La Vecchia aut. 37’pt, Pangrazi 7’st, Mariti 9’st, Bertarelli 11’st

Nelle tre gare giocate, il Real Colosseum ha dimostrato di essere superiore al Formia e meritando così la finale di Coppa.

Formazione largamente rimaneggiata quella degli ospiti a causa delle molte squalifiche ed una squadra di casa determinata a raggiungere la finale, hanno fatto si che la gara non avesse storia. Dopo la prima parte di gara senza molte emozioni, il risultato si sblocca grazie ad un autogol di La Vecchia su tiro di Bertarelli appena entrato in area di rigore.

Il secondo tempo inizia con la squadra di casa in avanti alla ricerca del raddoppio che arriva dopo 7 minuti, grazie alla rete di Pangrazi pronto a girare in rete un bel cross di Mariti. La gara si chiude definitivamente dopo due minuti grazie ad un gol di Mariti. A questo punto c’è solo una squadra in campo ed è Bertarelli a calare il poker con un bel tiro a girare sul secondo palo. La reazione di orgoglio del Formia porta Accrachi e Di Stefano a colpire due volte il palo, segno che la giornata non è propizia. Il finale un po’ nervoso costa il cartellino rosso a Volpe e D’Amora, colpevoli di aver commesso due brutti falli su Mariti.

Dopo due minuti di recupero il direttore di gara decreta la fine della partita facendo gioire il Real Colosseum.

Paolo Nardi