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Marco Amelia sulle voci che lo vogliono vicino al Vivace Grottaferrata

La situazione organizzativa della Vivace Grottaferrata non è delle più semplici in questa stagione. Negli ultimi giorni è stato tirato in ballo anche il nome di Marco Amelia, che ha da poco concluso la sua affascinante avventura da portiere al Chelsea.

Il numero uno, ex patron del Rocca Priora, commenta così le voci di un suo possibile ingresso nel club criptense. «Sono stato un paio di volte al campo per cercare di capire la situazione tramite mio cugino che stava e sta aiutando tuttora le famiglie che frequentano il campo di via degli Ulivi e mi ha chiesto un aiuto per fare in modo che la società non chiuda – specifica Amelia -. Diciamo che non ho detto di sì, ma neanche no: sto facendo valutazioni ed ho avuto anche il benestare di mio papà Claudio ad approfondire questa possibilità, visto che tra l’altro lui è stato giocatore per diverso tempo nella Vivace anni 70-80 ed è legato alla storia del club. Ho trovato molte problematiche di gestione e una parte di debiti al momento, ma non ho ancora la situazione chiara e sotto controllo. Non so come andrà a finire, ma non chiuderò la porta alla richiesta di mio cugino. Penso che con la giusta valutazione in un momento come questo si possa affrontare questa sfida facendo le cose a modo, ma solo e soltanto a patto che si faccia una gestione secondo la mia filosofia che punta sul lavoro formativo del settore giovanile attraverso un programma di insegnamento professionale e di una prima squadra che si leghi alla città perché credo che lo sport senza il sostegno da parte dei cittadini e delle attività locali non ha senso. Servono aggregazione e regole comportamentali e bisogna fare in modo che l’ambiente delle varie strutture sia sano e permetta di far crescere i ragazzi anche dal punto di vista culturale e comportamentale, Su questa base – conclude Amelia – credo che se ci sarà la possibilità darò una mano, visto che mi hanno comunicato che attualmente la società è dimissionaria nei ruoli principali e che rischia di chiudere una delle società più storiche del calcio laziale».

Tiziano Pompili