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Immobili pensieri da quarto posto

immobile

La quarta vittoria consecutiva, consegna un Ciro Immobile sopra gli scudi di una Lazio che viaggia con il vento in poppa. Diciassettesimo centro, proprio come il suo numero di maglia, in un campionato che lo sta riportando a livelli da protagonista proprio quando stava a Torino, sotto la corte di Ventura, segnando 22 goal nella splendida annata 2013-2014. Ventura e la nazionale il viaggio è corto. In avanti è sempre un punto cardine per gli Azzurri. Ciro in questo momento è uno degli attaccanti italiani più prolifici insieme proprio a quel Belotti che nella sfida dell’Olimpico ha fatto vedere buoni movimenti ma ha mancato il bersaglio. Colpa soprattutto di un’attenta difesa che non è mai andata in affanno anche quando Radu ha dato forfait per un guaio muscolare. Wallace ha fatto vedere che anche i rincalzi, in questo campionato, sono attenti e pronti. Biglia ha fatto preoccupare a metà primo tempo per un intervento scomposto di Iturbe sulla caviglia dell’argentino. E’ andata di lusso. Lazio – Torino è stata, soprattutto, l’ennesima consacrazione di Simone Inzaghi. Il tecnico gioca con un 4-3-3 per poi passare nella ripresa ad un 4-2-3-1. In avanti Immobile sbaglia tanto ma la butta dentro. Felipe Anderson si illumina a sprazzi e solo quando vuole lui. Lulic spinge ma in mezzo i difensori del Toro hanno quasi sempre la meglio. Inzaghi cambia in corso, subito dopo il goal di Maxi Lopez dimenticato da quel motorino di Milinkovic in affanno, mandando in campo Keita. Un quarto d’ora di inferno per i giocatori granata che vanno in tilt su ogni giocata. Una perla a giro dal limite sposta l’asticella verso il quarto posto, in un sol boccone vanifica il pirotecnico risultato dell’Inter regolandola a due punti di distanza. Poi chiude i giochi Felipe Anderson con un contropiede dei suoi, nella gara dove è risaltata troppa tristezza ed un timido sorriso. Alla fine c’è spazio anche per i ricordi che accompagnano la squadra sulle note di Lucio Battisti: i goal di Marcelo Salas, “el matador”. Ieri sera per un attimo, da ambo le parti, c’è stata un pezzo di Lazio scudettata: Inzaghi, Salas e Mihajlovic. Parole dolci come il miele per un passato che in pochi dimenticano. Immobili nei pensieri.

Mirko Cervelli

Foto Emanuele Gambino

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