È Bruno Sismondi l’osservato speciale di quest’oggi in casa Montespaccato Savoia. Il capitano degli azzurri si racconta a tutto tondo, dai trascorsi in Uruguay all’approdo nel nostro Paese, passando ovviamente per il progetto Talento & Tenacia con diversi aneddoti simpatici. Parola al difensore classe 1991.
“La mia storia calcistica inizia in patria, in Uruguay, dove ho giocato nelle giovanili del Central Español. Lì ho conosciuto il calciatore dell’Inter Matìas Vecino. Da allora siamo diventati amici e ci siamo rivisti anche qui in Italia. Abbiamo la stessa età anche se lui lasciò prima di me la squadra, si vedeva che aveva delle qualità al di sopra della norma e iniziò a giocare in club importanti. I miei anni in Uruguay sono divisi tra Serie A, B e C, anche se nelle prime due non giocai essendo ancora giovanissimo.
Ho comunque vinto due campionati, uno di C e uno di B. Poi, decisi di smettere con il calcio perché comunque studiavo e in Uruguay questo sport è soprattutto tanto sacrificio e poco guadagno, proprio in termini economici. Mancavano risorse a livello istituzionale. Decisi così di trasferirmi in Italia, sfruttando anche il mio passaporto avendo un bisnonno italiano.
Il primo aereo che ho preso è stato proprio per venire qui, dove mi si è aperto un mondo completamente diverso. Iniziai cinque anni fa a giocare con l’Audace Sanvito Empolitana con cui sfiorammo quasi la promozione. A luglio dell’anno successivo venne il presidente Monnanni e decisi di far parte anche del progetto Talento & Tenacia, fui uno dei primi ad entrare anche se all’inizio non capii bene di cosa si trattasse essendo sempre stato abituato a pensare soltanto al pallone. Poi, di giorno in giorno, ho conosciuto sempre meglio il Presidente ed ho capito la grandezza del progetto promosso dall’Asilo Savoia. Grazie a lui ho trovato un alloggio, ho imparato la lingua e ho iniziato a lavorare nella palestra dopo tre anni da cameriere.
L’Asilo mi ha sempre fatto sentire la sua vicinanza mostrando tantissima disponibilità. Per me che venivo da lontano è stato un grande punto di riferimento. Sono maturato molto anche di testa prendendo la consapevolezza dei veri valori che ci circondano. Considero l’Asilo Savoia una famiglia a tutti gli effetti e porterò sempre nel cuore questa bellissima esperienza”.
Come ci hanno raccontato Tassi e Mastrosanti nei giorni precedenti, anche Sismondi ha qualche suo piccolo rito scaramantico prima di ogni partita. “La domenica mi alzo, mi preparo e metto un paio di calzini con dei peperoncini che mi ha regalato un amico in un Natale passato insieme. Mi hanno portato bene alla prima partita e da lì ho deciso di metterli sempre”.
Sismondi potremmo definirlo un simpaticone e i compagni di squadra gli hanno trovato anche un soprannome: “Alcuni mi chiamano il gordo, ma in realtà perché sono io che li chiamo così. In Uruguay è un aggettivo che si usa spesso in modo simpatico e loro me lo hanno restituito. Nel fumetto “Talento & Tenacia” invece sono “Dos Mundos” a sottolineare la mia doppia cittadinanza e l’essere appunto un esempio positivo di integrazione”.
Bruno Sismondi conclude con un bel messaggio di augurio per tutti: “Voglio mandare un messaggio di forza all’Italia ed anche alla mia terra. A loro dico di non sottovalutare il problema quando si presenterà, all’inizio qui è stato probabilmente preso sottogamba ma stiamo vedendo che invece è una cosa molto seria. Perciò, abbracciamoci tutti virtualmente, tutti insieme ne usciremo al più presto”.