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Tensione ad Olbia: assalto al pullman della Lupa Roma

Dal nostro inviato a Olbia

Chiamiamolo pure assalto premeditato. Perché non basterà accusare quei farabutti di danneggiamenti pur se aggravati, ma di aver tentato di incutere ferite e menomazioni fisiche a ragazzi della loro stessa età. Di questo, stiamo parlando. Il pullman della Lupa Roma ha lasciato da qualche minuto lo stadio Nespoli e si appresta a girare sul viale del camposanto per prendere la relativa rotonda e proseguire verso il Jazz Hotel, che, per fortuna, è sistemato affianco la caserma dei Carabinieri. Che vengono chiamati a fatti avvenuti, visto che il pullman parte senza la scorta, dall’impianto sportivo. Sul viale del cimitero, nascosti come i paurosi, i vigliacchi ma anche i violenti da branco sanno fare, si sono nascosti una quindicina di tifosi, tra quelli che erano nella curva dell’Olbia.

E parte un primo lancio di mattoni e bottiglie, che raggiungono presto l’automezzo che trasporta la squadra di Alberto Cerrai e Alessandro Cucciari: vengono infranti tutti i finestrini del lato sinistro, creando una situazione di oggettivo pericolo che induce la dirigenza a suggerire ai giocatori di allontanarsi dalle vicinanze dei vetri. Cosa che gli atleti prontamente fanno, ma intanto l’autista prosegue verso tre poliziotti locali, di stanza al camposanto, evitando di fermare il pullman. Sarà la mossa decisiva, insieme a una rapida chiamata ai Carabinieri, che incoraggiano il gruppo a raggiungere la caserma di fianco all’albergo, per constatare che, per un caso e per fortuna, nessuno abbia riportato ferite da schegge, e che i cinque finestrini del lato sinistro hanno pesantemente danneggiato il veicolo. Tanti rischi e rabbia, per una quindicina di delinquenti di bassa lena, vili come il loro indegno modo di fare. Talmente bieco che rischia di danneggiare una città per il resto accogliente, una regione di straordinaria bellezza. Fuori dal comune.

Come la loro povera essenza ed esistenza. Da grandi, immensi, incalcolabili poveri, che mai saranno uomini. Con la speranza che li vadano presto a prendere, per difendere l’incolumità di chi gioca a calcio e di chi lo incoraggia con ammirevole passione. Poi non dicano, i malcapitati genitori di queste miserie dell’umanità, che sono ragazzi. Definiamoli in maniera appropriati. DELINQUENTI. DA ARGINARE.

Massimiliano Cannalire

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