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Lo stile Juve è mai esistito davvero?

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Premessa. La Juventus è la squadra con più tifosi in Italia (comprese molte donne, quelle che dicono di tifare, ma in realtà vedono solo le partite della Nazionale). La Juventus oltre ad essere la squadra con maggiore seguito nella penisola, è anche la più odiata. Da Nord a Sud. La Juventus, che piaccia o no, è la seconda squadra di Torino per numero di tifosi. Nella bella città sabauda a dominare sono i sostenitori granata, sarà perché portano il nome della loro terra, sarà perché i bianconeri hanno un grande seguito nel meridione e in tante altre zone d’Italia, sarà semplicemente perché quel Torino è stata la squadra italiana più forte di sempre e il suo fascino, la storia, la leggenda, resteranno nei secoli dei secoli. La Juventus è quella squadra che prima dell’arrivo della famigerata famiglia Agnelli aveva vinto un solo scudetto e poi guarda casa per anni l’ha fatta da padrona.

La Juventus i campioni veri, almeno sul campo, li ha avuti. Da Boniperti a Sivori fino a Platini e mettiamoci anche Del Piero (anche se in Nazionale ha sempre fallito, golletto del 2-0 in Germania a parte). La Juventus ha vinto alcuni scudetti meritatamente, altri decisamente no. Le cronache, i nonni, la storia, tutto ciò ci dice di tanti tricolori vinti in zona Cesarini, per demeriti di altri o perché in un modo o nell’altro la vecchia Signora il titolo doveva portarlo a casa. Ecco la vecchia Signora, ma perché? Lo stile Juve cosa significa?

I più accaniti dei tifosi (la maggioranza degli juventini) rivorrebbero indietro il cosiddetto scudetto di cartone. Non sarebbe male ridarlo allora, ma in tal caso gli interisti potrebbero affermare che quello del 1998, del 2002, 2003, quello del 1966 e altri è cosa loro e che si sentano ingiustamente derubati. Questo molto spesso lo si dimentica.

Conosco, anche tra gli amici, diversi ex juventini, persone mature, che sono diventati ex e ora semplicemente sportivi, dopo lo schifo di Calciopoli. Ne conosco anche di accaniti, che ora la pensano diversamente, dimostrando di avere un’idea oggettiva delle cose.

Come si fa a dire che l’Inter cercasse gli arbitri o i dirigenti come faceva la nota triade formata da Moggi, Giraudo e Bettega(forse lui no)? Ha forse vinto qualcosa l’Inter in quegli anni? Non mi risulta. Credo che gli ultimi quattro scudetti della Juventus, specie gli ultimi tre, siano stati meritatissimi, ma quelli di quegli anni no. Ci sono le prove, una vergogna che anche dieci titoli consecutivi non potrà essere cancellata. Siamo in Italia e capita che a un tipo come Moggi sia ancora data la parola, sia data la possibilità di andare in trasmissioni a parlare di calcio e a difendersi. Difendersi  da cosa? Dall’aver chiuso in uno spogliatoio un arbitro? Dall’aver fatto per anni la griglia?

E poi 33 scudetti o 31, credo che ai tifosi bianconeri possa andar meglio dire trentuno. Aver vinto tutti questi titoli e poi solo due coppe dei Campioni non fa molto onore. Lo stile Juve? Quello di Platini e compagni che esultano dopo la tragedia dell’Heysel? Vomitevole.

Quello di provare a infangare la memoria di un mito come Giacinto Facchetti? Un campione in campo e una persona umile e sportiva nella vita. Il suo torto? Provare a contrastare quello che palesemente accadeva in quegli anni e chiedere trasparenza e non sudditanza psicologica.

E veniamo ai giorni nostri con il tweet di Marchisio che dà del non vedente al telecronista Rai, che magari non sarà il più bravo del mondo, ma che non merita questo scherno da un giocatore della Nazionale e futuro capitano bianconero.

Lo stile Juve? Andrea Agnelli che dà il benservito a Del Piero dopo la sua carriera in bianconero. Certo per preferire Nedved, un cascatore nato nelle aree di rigore. Alzi la mano, a chi sale la pressione nel vedere in tribuna d’onore la solita immagine di Marotta, Agnelli e Nedved che esultano dopo un goal juventino.

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Lo stile Juve non può essere rappresentato da Bonucci e Chiellini. Come si fa a tifare la Nazionale con due tipi così? Ad ogni minimo fallo, i due noti difensori vanno a sbraitare contro l’arbitro di turno, mettendogli pressione addosso, con quella cattiveria, non solo agonistica, che non aiuta il mondo del calcio italiano a crescere.

Certo poi la rabbia, l’ambizione, la fame di questi due atleti, sono componenti che andrebbero prese da esempio da chi è troppo molle in campo e parlo di altre squadre.

Credo che quell’anno di serie B sia stato giusto, e anche i successivi anni di purgatorio. Senza quel nome la Juve sarebbe ripartita dalle serie minori, dal dilettantismo. Realtà che hanno fatto meno danni hanno riniziato il loro percorso dalla D o dall’Eccellenza. Credo che sia giusto assegnare uno scudetto alla squadra che arrivi dopo in classifica, che sia seconda o terza e vincere per anni scudetti, che prima non era stato possibile conquistare, sia chiaro anche per demeriti.

Penso che lo juventino standard dovrebbe essere più obiettivo e meno banale, più sincero e meno cattivo, più realista e meno chiuso nel bar dello sport. Per vincere in Europa serve anche questo e lì come noto urlare agli arbitri non basta, anzi è decisamente controproducente.

Non bisogna sentirsi in difetto e pensare o voler far credere che quella B non fosse meritata. Quello che viene adesso va sempre meritato sul campo, abbassare un po’ la cresta farà bene a tutti. E un’operazione simpatia gioverà all’intero sistema calcio. Continuare a valorizzare i giovani italiani, l’aver fatto da apripista con lo stadio di proprietà, saper fare mercato estero e non far uscire le polemiche dagli spogliatoi, sono tutti punti a favore della vecchia Signora. Ma per favore, come per nessuna  altra squadra, non parlateci più di stile Juve.

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